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Mentre la pioggia flagellava il Nord Italia, un timido sole illuminava Siena sabato 2 marzo. Per Alessandro, Ilaria e Luca, non era un semplice weekend, ma un’avventura indimenticabile nel cuore delle Strade Bianche.
Sabato: tra relax e agonismo
Il programma del sabato era variegato. C’era chi ha optato per una sgambata sul percorso di gara, assistendo poi alle gare professionistiche femminili e maschili, chi ha preferito godersi la splendida città e chi ha tifato per Pogačar nel temibile tratto sterrato di Monte Santa Marie.
Dopo la premiazione dei professionisti, il gruppo si è ritrovato in Piazza del Campo per un aperitivo e una meritata cena in una tipica trattoria senese, dove bruschette, pappardelle e pici al ragù di cinghiale hanno conquistato i loro palati, accompagnati da un ottimo rosso dei Colli Senesi.
L’incertezza del meteo e la stanchezza accumulata facevano capolino nella notte, alimentando dubbi sulla Granfondo prevista per la domenica.
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Domenica: la sfida della Granfondo
Sveglia presto, colazione e via in griglia di partenza insieme a 7.000 ciclisti. Non solo spettatori, ma protagonisti dell’emozione della Granfondo Strade Bianche. La tensione era palpabile, ma un urlo liberatorio ha scacciato i timori.
Lo start ufficiale ha dato il via alla sfida. La prima parte del percorso era veloce, poi sono arrivati i tratti sterrati, compattati dalle piogge dei giorni precedenti, e le ripide salite.
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Al bivio medio-lungo, i dubbi si sono dissolti e tutti e tre hanno optato per il percorso lungo. Al km 70, San Martino in Grania, il sesto tratto e il più impegnativo: 10 km di cui 6 in salita con pendenze elevate. La fatica era tangibile, e anche il cielo si era coperto, ma la pioggia fortunatamente non si è presentata.
Altri tratti sterrati, un guado e una vallata controvento hanno messo alla prova i ciclisti. Il penultimo tratto di Colle Pinzuto è stato breve ma intenso, seguito da Le Tolfe con la sua discesa iniziale che celava un muro da superare.
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L’arrivo a Siena era ancora lontano. Salite e discese vertiginose si alternavano, come su montagne russe. Finalmente, dopo una discesa, ecco Via di Fontebranda, il trampolino di lancio per l’arrivo nella splendida cornice di Piazza del Campo.
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Superata la porta di ingresso e un tratto iniziale in salita, si apriva una visuale mozzafiato. La pendenza aumentava considerevolmente, ma una pedalata dopo l’altra, in piedi sulla bici, finalmente è arrivato il culmine della salita e una dolce discesa li ha condotti sotto lo striscione del traguardo.
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Alessandro, Ilaria e Luca hanno completato il percorso lungo di 140 km e oltre 2.000 metri di dislivello al primo tentativo. Con la medaglia al collo e un senso di immensa soddisfazione, hanno vissuto un’esperienza indimenticabile che ha lasciato un segno indelebile nei loro cuori.